—
di
Tutte le volte in cui pubblico una ricetta e cito l’olio tra gli ingredienti da utilizzare, mi arrivano numerosi messaggi relativi alla tipologia di prodotto a cui fare riferimento. Il mondo in questione, come ben si sa, è ricco di sfaccettature. Di sicuro c’è che tra i primi aspetti da considerare rientra il focus sull’olio extra vergine di oliva, un prodotto che, a differenza dell’olio vergine, meno puro, ha qualità organolettiche straordinarie, legate a benefici per la salute come la prevenzione di tumori ed eventi avversi dal punto di vista cardiovascolare.
Chiarita questa doverosa premessa, è fondamentale ricordare l’importanza di focalizzarsi sugli oli italiani. Non si può non farlo anche perché, quando si parla del nostro Paese, si inquadra una zona del mondo caratterizzata da un alto numero di aziende che si occupano ogni giorno di produrre olio cercando di perseguire i massimi livelli di qualità. Se si punta a portare in tavola un prodotto completamente tracciabile, aspetto oggi nodale, ci si può focalizzare su Olio dei Papi, un omaggio straordinario alla storia italiana.
Quando si parla di Olio dei Papi, si apre una parentesi dedicata a una storia aziendale unica nel suo genere. Questa realtà, annoverata tra i fornitori ufficiali del Vaticano, è frutto degli ingenti investimenti che, fin da tempi molto antichi, lo Stato Pontificio ha stanziato in Lazio, in particolare nelle aree del frusinate e dell’agro pontino.
Come in molti altri casi, anche in questo si può parlare di un periodo di declino durante il quale la coltura dell’olivo è stata preservata, con l’attenzione che si deve tributare a un tesoro così prezioso, dai membri degli ordini monastici (quanto sapere e quante tradizioni avremmo perso se non ci fossero stati questi zelanti custodi!). Nel XVIII secolo, è stato poi possibile assistere a una vera e propria riscoperta dei benefici di una pianta che, come nessuna, è stata capace di attraversare la storia e di incidere profondamente sulla cultura umana.
Grazie a riforme come quella promossa da Papa Pio VI, che nel 1778 decretò la concessione di un premio per ogni olivo messo a dimora, il basso Lazio divenne una zona d’eccellenza per quanto riguarda la produzione di olio. Questo ha portato alla nascita di numerosi marchi, tra cui Olio dei Papi, un’azienda che, per esaltare al meglio l’unicità del suo prodotto, studia da anni, basandosi sulla preziosa voce degli anziani del territorio, come è cambiata nel tempo l’olivicoltura.
Un percorso così speciale come quello di Olio dei Papi – prodotto tracciabile inserendo il nome del lotto sul sito e trovandosi davanti tutte le informazioni in merito al produttore e al frantoio in cui le olive vengono sottoposte a molitura – non poteva che essere impreziosito con un packaging estremamente elegante, perfetto per chi, con un regalo, vuole stupire chi ama (l’optimum in questi casi prevede il fatto di scegliere la teca in legno).
Un doveroso cenno deve essere dedicato anche ai formati. Quando, come ricordato nelle righe precedenti, si ha intenzione di fare un piccolo omaggio gustoso, comprare una bottiglia di grandi dimensioni può essere troppo. Il formato da 250 ml, disponibile assieme ad altre alternative, è disponibile sullo shop accessibile dal sito ufficiale.
Non c’è che dire: il nostro Paese è davvero uno scrigno ricco di tesori, realtà che, da decenni e in alcuni casi da secoli, si prodigano ogni giorno per esaltare al massimo le eccellenze dei territori. Olio dei Papi è una di queste e dimostra come dietro a uno degli alimenti che più consumiamo ci sia un universo complesso e affascinante fatto di innovazioni sociali e continua ricerca storica e scientifica.
Lascia un commento