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Una delle cose da provare assolutamente in Sicilia, soprattutto a Palermo, è il polpo bollito in dialetto “pùippu vugghiutu”. E’ semplicemente del polpo lesso ma per il palermitano è una tradizione che ha radici profonde tanto da aver dato vita ad un vero e proprio mestiere “u puipparu”.
Basta andare sul lungomare di Mondello per trovare tanti venditori di polpo bollito. Hanno dei grandi pentoloni dove tengono al caldo i polpi già bolliti e quando il cliente arriva davanti al loro bancone sulla strada, ne prendono uno, lo mettono su un enorme piatto in ceramica con il polpo disegnato, lo tagliano a piccoli pezzi e ti danno del limone. Si mangia così, in piedi, con le mani e non si può capire quantè buono!
Preparare il polpo bollito a casa è molto semplice, basta sciacquarlo sotto l’acqua per togliere l’eventuale sabbia dai tentacoli e svuotare la testa se non vi piace il sapore della parte interna (il venditore di polpo la lascia sempre piena, gli uomini la adorano !).
Fate bollire dell’acqua in una pentola grande e non appena l’acqua bolle buttatevi dentro il polpo… ma non in un modo qualsiasi! Prima bisogna immergerlo per pochi secondi 2 volte nell’acqua tenendolo per la testa e alla terza volta immergerlo definitivamente.
Non so perché si faccia così ma è un rituale al quale non riesco a rinunciare!
I tempi di cottura dipendono dalla grandezza del polpo. Per verificare la cottura basta provare ad infilzargli la testa o la parte grossa dei tentacoli con una forchetta.
Una volta cotto, il polpo va’ lasciato almeno una decina di minuti nell’acqua di cottura.
A differenza di tanti altri posti dove il polpo bollito viene condito con olio o fatto con le patate, i palermitani lo mangiano proprio così, bollito con il limone.
La vera chicca è bollire il polpo nell’acqua di mare una squisitezza!
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